mercoledì 25 gennaio 2017

Nessuno è perfetto

Da quando la nostra piscina di fiducia ha introdotto nuovi strumenti per il risparmio energetico, le mamme che accompagnano i bimbi in piscina sono entrate nel panico per il diabolico funzionamento di docce e phon. Per poter accedere allo scroscio d'acqua e al vento asciugacapelli temporizzato, bisogna usare un infernale mazzetto di ticket di plastica, che viene introdotto&mangiato da una macchinetta obliteratrice. 
Il meccanismo è chiaro: 
individuare la doccia libera, obliterare il biglietto, digitare il numero corrispondente, farsi trovare dopo pochi secondi sotto il getto d'acqua giusto, comprare una confezione di shampo&balsamo per ridurre i tempi, uscire ancora saponati dalla doccia e rubare gli ultimi schizzi al bambino di fianco (mentre la sua mamma sta già andando a prenotare il phon). 
A tutto ci si abitua, basta un po' di pratica. 

Ma con l'inizio del 2017, i buoni propositi dell'anno nuovo hanno riversato nuove coppie di genitori e figli in piscina, preoccupati di arrivare preparati alla prova costume. Ed ecco aggirarsi negli spogliatoi la fantomatica custode, che spiega a mamme inesperte e preoccupate il meccanismo infernale della macchinetta. Vista la fiducia con cui ormai io e mia figlia utilizziamo lo strumento, siamo state additate come modello di funzionamento: la custode, con stuolo di mamme al seguito, ha inscenato una lezione di lavaggio e asciugatura seguendo le nostre gesta, mentre io con i capelli insaponati e l'accappatoio sgualcito speravo che non ci fosse una telecamera nascosta per la registrazione del tutorial. Ma un brivido nel frattempo mi ha percorso... quando è stata l'ultima volta che qualcuno mi ha additata come la mamma perfetta, quella che ha capito subito tutto e che non si spaventa davanti alla tecnologia????

E' durato un attimo: tempo di passare all'asciugatura e anche io ho ricevuto la mia "doccia fredda" quando la custode mi ha fatto notare che avevo fatto degli errori.... Errori??????
La mia aria di superiorità è stata subito spazzata via dal getto del phon; mi sono ritirata nel calduccio dell'asciugamano, riponendo mestamente il costume bagnato nell'apposito contenitore. 
Gli errori, nell'ordine:
- ho messo la bimba sotto il phon senza averle tamponato i capelli
- non ho portato l'asciugamano piccolo per tamponare i capelli
- ho dovuto usare due tacche del biglietto di plastica per accedere a un'altra sessione di phon, visto che i capelli erano ancora bagnati, perche non li avevo tamponati,  perchè non avevo l'asciugamano, che al mercato al mercato mio padre comprò...
- non abbiamo controllato l'asciugatura delle orecchie
- abbiamo spalmato la crema idratante DOPO la fine del getto del phon
- i collant non salgono perché le gambe sono ancora pregne di crema, perché la bimba non si è asciugata abbastanza, perché non l'ho messa sotto il getto del phon, che al mercato mio padre comprò...

Delusissima dalla piega che avevano preso gli eventi, finiamo di vestirci e usciamo nell'atrio ancora spettinate e con filo di umido dentro le orecchie che fa presagire l'otite. Ma nel momento più buio, quando ogni speranza sembra perduta, ci viene incontro la soluzione, il miracolo, l'elemento inaspettato che risolleva la situazione: dalla borsa spunta il paraorecchie!!! A forma di elfi di Natale, ma pur sempre un ottimo e caldo strumento per proteggere le orecchie della mia bambina. 

Lo sventolo all'uscita, strappando un sorriso all'aguzzina, e sapendo che da da questo momento sarò certamente una mamma migliore. 



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