lunedì 2 gennaio 2017

Malefica e Babbo Natale

Riguardando per l'ennesima volta Maleficent durante le vacanze di Natale (in montagna non abbiamo il wifi e ci tocca la programmazione delle tre reti nazionali) sorge spontanea una domanda: ma Malefica esiste davvero? 

Secondo me Malefica sta al mondo delle fate come Babbo Natale a quello degli elfi... e se la vigilia di Natale abbiamo lasciato sul tavolo un piccolo spuntino per le renne, non vedo perché anche Malefica non possa avere la sua dose di bacche e licheni da mangiare prima di tornare alla sua brughiera. 

La polemica è giusto di questi giorni perché un infastidito direttore d'orchestra, al termine di un rumoroso concerto con un pubblico di bambini, ha perentoriamente dichiarato che Babbo Natale non esiste
Il direttore è stato prontamente sollevato dall'incarico dopo che l'istituzione musicale ha ricevuto numerose proteste  e richieste di risarcimento danni da parte dei genitori. 

Per dirimere la questione, ci può venire in aiuto in auto la tradizione; e niente come il cinema classico americano ha ormai sostituito nella nostra cultura il comune buon senso. La pellicola "Miracolo nella 34°strada" dimostra scientificamente l'esistenza di Babbo Natale  poiché le Poste hanno identificato il personaggio come destinatario di un certo numero di missive, con tanto di indirizzo; e sembra che in America sia considerato reato non recapitare la corrispondenza alla persona giusta. Ecco che il sistema legislativo americano, assimilabile al codice di Hammurabi come raccolta di improbabili regole popolari, salva quel pezzo di laica umanità che nelle feste si affida al rassicurante nonnetto in rosso. 

Malefica nel frattempo è diventata regina di una brughiera fantasy e incarna il vero amore materno, ridestando con un bacio la dormiente Aurora. Anche qui un colpo di genio cinematografico ribalta anni di dubbi e perplessità, trasformando la strega cattiva in una tenera e devota matrigna (all'anima di Propp). 

Tutto ciò ci insegna una unica grande verità: in caso di dubbio, il cinema americano ha sempre ragione. 



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